La scena di un delitto è regolata da rigorose leggi della fisica,
della chimica e della matematica. Conoscere queste leggi ci permette di
raccogliere un enorme numero di dati utili per le indagini.
L’analisi di eventuali tracce di sangue e le loro caratteristiche
possono fornirci numerosi dettagli sia qualitative sia quantitative utili per
la ricostruzione di un evento, ma anche per la valutazione, l’interpretazione e
la ricostruzione dell’origine dei fatti.
Tutto questo è racchiuso in una tecnica scientifica: BPA (Bloodstain
Pattern Analysis) che permette, in base alle varie caratteristiche delle
macchie di sangue riscontrate sulla scena del delitto, l’individuazione del
punto di origine, la traiettoria e l’angolo d’impatto, in modo tale da poter
ricostruire il fatto criminoso.
Nel momento in cui un’arma entra in contatto con un corpo vivente,
le macchie di sangue si spargono in conformazioni molto diverse, a seconda
dell’angolo di impatto: gocciolatura, colatura, pozza, spruzzi, schizzi.
Queste, a loro volta, sono suddivise in base al tipo d’impatto, inteso come
velocità della proiezione del sangue e possono essere: a bassa velocità in cui
il sangue si muove lentamente e non avviene una dispersione della goccia (fino
ad un massimo di 1.5 m/s); a media velocità dove la dimensione della goccia è
piccola ed ovale con prolungamenti continui che indicano la direzione del volo
(compreso 1.5 e 7.6 m/s); ad alta velocità queste sono estremamente piccole e
nebulose (fino a 30 m/s).
Un ruolo fondamentale per avere una classificazione fedele
dell’accaduto e per recepire l’angolo e il tipo d’impatto del sangue ci è dato
dai rilievi fotografici svolti in maniera perpendicolare alla traccia e ad alta
definizione.
Proprio per agevolare il tutto, la Polizia Scientifica ha ideato un
software chiamato AnTraGoS, che utilizza il metodo scientifico per la
ricostruzione di un evento criminoso.
Questo permette di ridurre i margini di errori che possono essere
presenti.
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