giovedì 26 luglio 2012

CAPIRE LA TESTIMONIANZA OCULARE


Può capitare a tutti di essere testimoni di un evento in seguito al quale si verrà chiamati a testimoniare di fronte alle autorità giudiziarie, in tal caso il soggetto verrà definito “Testimone Oculare”. Nel diritto penale, con tale termine, si definisce una persona che sia a conoscenza di fatti relativi a probabili reati.
In questo frangente un individuo può venire sopraffatto da due effetti: effetto sorpresa e shock emotivo.

Questi due effetti incidono sulla concentrazione e sul ricordo di ciò che è accaduto. L’effetto sorpresa, in particolare, è una caratteristica importantissima per chi ascolta il testimone oculare o teste, in quanto egli tenderà a ricordare solo alcuni particolari ben definiti, come il tipo di arma o la situazione che si era creata, non ricorderà per nulla altri particolari rilevanti, come, per esempio, il volto dell’aggressore.
Bisogna tenere presente che tutto è accaduto in tempi brevissimi e la mente del soggetto farà fatica a memorizzare il gran numero di dettagli tipici di situazioni impreviste.
Per facilitare il ricordo saranno utili le domande che gli esperti porranno al testimone oculare, queste potranno agevolare il ricordo di alcuni particolari che la mente del soggetto ha immagazzinato quasi involontariamente.
Tali domande, tuttavia, possono essere controproducenti, perché a seconda di come verranno impostate, potranno influenzare il teste e  portare ad una versione dei fatti distorta o evocare un dettaglio inesistente.

Tornando al testimone oculare e all’impatto che ha con la scena del crimine, egli, condizionato dalle componenti descritte in precedenza, si concentrerà soprattutto su ciò che minaccia la sua sicurezza e la propria vita, come ad esempio un’arma puntata: tale concentrazione non gli permetterà di osservare e immagazzinare altri particolari che saranno importanti per le indagini.

Analizziamo il caso seguente.  In una giornata qualsiasi, nel percorrere la stessa strada di ogni mattina, ci imbattiamo in un rapinatore dai lineamenti asiatici, che ci trascina in una strada secondaria e ci punta un coltello sporco di sangue in pieno volto chiedendoci soldi.
In questo caso ricorderemo sicuramente il coltello sporco di sangue che ci sfiorava il volto e la richiesta fattaci dal rapinatore. Non ci ricorderemo di particolari che riguardano la strada secondaria in cui ci ha trascinati o il colore dei vestiti che egli indossava o di qualche particolare del volto utile a distinguerlo dalla gente asiatica che risiede nel paese. Ricordiamoci infatti che, per l’essere umano, è più difficile distinguere lineamenti facciali da  soggetti di etnia diversa dalla propria.

Questo esempio dimostra come successivamente condizionati, anche, dall’emozione del momento, dalla paura e dall’effetto sorpresa  causato da un evento violento ed inaspettato che interrompe la quotidianità, la nostra mente tende a immagazzinare e a trasferire in quella che viene definita “memoria a lungo termine” determinati particolari che possono essere rievocati a distanza di tempo.

Durante il trasferimento da memoria a breve termine a memoria a lungo termine del vissuto, ogni “interferenza”, per esempio durante le fasi di indagine o interrogatorio del teste, può essere controproducente e può evocare “falsi ricordi” o impedire di ricordare dettagli importanti ai fini giudiziari. 

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