martedì 9 ottobre 2012

L'evoluzione della Ricostruzione Facciale


Una delle tecniche forensi usate in antropologia ai fini d’indagine per poi giungere ad un identikit è la ricostruzione facciale.
Tale tecnica può essere usata non solo per lo scopo d’indagine, ma anche per finalità storico-scientifiche, partendo dallo studio del cranio e dove è possibile dell’intero corpo, per poi passare alla ricostruzione dei muscoli.
La tecnica della ricostruzione facciale viene usata nel campo forense per identificare dei resti a cui non si può dare un volto, per poi concludere ad una rielaborazione dell’immagine ottenuta al computer, inoltre costituisce un modo di unire le diverse informazioni del profilo biologico in un’immagine intellegibile e facile da ricordare per chi la osserva.
La prima ricostruzione cranio-facciale è stata svolta dall’anatomista tedesco Wilder nel XIX secolo, egli ricostruì il viso di alcuni personaggi famosi, come Dante Alighieri, Bach; tali ricostruzioni furono importanti perché per la prima volta si cercò di capire la relazione tra la stesura ossea e i tessuti molli.
Al giorno d’oggi  le ricostruzioni facciali hanno una definizione migliore rispetto al passato grazie alle tecniche in 2D e 3D; tali tecniche non possono essere considerate definitive, dato il continuo evolversi della tecnologia.


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